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lunedì 20 gennaio 2014

Cagliari sotterranea



Cagliari, città in continua espansione, nasconde sotto alle sue strade un tesoro fatto di vie d’acqua, sepolcri, caverne e passaggi segreti. 

I tour permettono di fare un salto nel tempo, rintracciando vicende avvolte dalle tenebre della storia, che ci riportano ai tempi delle dominazioni fenicia, punica e romana ed ancor più indietro, se consideriamo le scoperte archeologiche fatte nelle spelonche di Sant’Elia e nelle tombe di Monte Claro: straordinarie perché hanno accolto le tracce dei primitivi abitatori.

A pensare che nel Medioevo anche i Pisani, gli Spagnoli ed i Piemontesi sfruttarono ampiamente il sottosuolo, riutilizzano l’intricato sistema sotterraneo creato in precedenza.
In questo modo, dal quartiere Marina a quello di Stampace, da Villanova a Castello è un brulicare di ipogei riutilizzati un’infinità di volte dalle popolazioni che, di volta in volta, si susseguirono per dominare l’isola.
Nel più alto quartiere di Cagliari, quello di Castello, al centro di piazza Indipendenza, sprofonda per un centinaio di metri il leggendario pozzo di San Pancrazio concepito dai Pisani che, nella metà del 1200 intercettarono una vena d’acqua generosissima, perché dissetò il volgo per tutto il Medioevo ed anche oltre.
A pensare che anche altre aree del centro storico rievocano l’esistenza di fosse e ossari, come ad esempio quelli utilizzati per occultare i cadaveri degli appestati in via Fossario, strada che conduceva alle prigioni del carcere ecclesiastico.
Sono a dir poco suggestivi i sotterranei di piazza d’Armi, dove i saloni di una cava di pietra, risalente all’età romana, si specchiano in uno tra i più suggestivi laghi sotterranei della città. Sono specchi d’acqua smeraldina navigabili, seppure con un canotto.

Nel 1840, sempre in questi siti furono depositate le birre prodotte da una ditta oramai scomparsa ed un secolo più tardi furono riutilizzati come rifugi antiaerei.

Intraprendere un viaggio nella città di sotto è possibile seppure è consigliabile non avventurarsi da soli, evitando così i pericoli che il sottosuolo riserva nella sua kermesse di tombaroli e cascate di acque fognarie.

Queste e altre nozioni fanno parte del bagaglio di esperienze maturate, in 15 anni di attività, dagli esperti del Gruppo speleo-archeologico Cavità cagliaritane.






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